Cittadella di Redazione , 25/05/2019 23:44

Leggenda granata storia straordinaria

La festa del Cittadella per la finale (foto Cittaella)
Ti stropicci gli occhi e ci bevi su. Hai tifato per 97 minuti e ancora non ci credi. E' tutto vero: una realtà che rappresenta 20 mila abitanti si gioca la Serie A. Si gioca il sogno di affrontare i più grandi. Cittadella è calma, stanotte. Stranamente calma, come lo è stata nelle ultime 3 stagioni in cadetteria, quando si è sempre, almeno, affrontato il turno preliminare degli spareggi promozione. Sorseggi l'ennesima birra, al bar all'ombra delle mura. Arrivano gli amici. E discuti, senza voce, e parli del tuo sogno. Ci si è appena svegliati? No, è la realtà. 3-0 al Benevento, a Benevento. E' un Citta rin-Vigorito. E' una meraviglia che viene da lontano. Pensate, viene da una retrocessione che è stata la molla che ha fatto scattare la voglia di serie A. Così, un passo alla volta, si è arrivati alla leggenda. C'è una società seria. La famiglia Gabrielli, il presidente Andrea. Tutti composti, mai una parola di troppo, uno stile inglese così come il calcio espresso dai granata. C'è il mago Marchetti che, ogni anno, indovina l'attaccante giusto: stavolta, il trascinatore, è Gabriele Moncini. C'è muster Venturato: "superdotato", cantano i suoi uomini. Eh, sì, stavolta di tattica ha dato lezioni. C'è capitan Iori, che, nel momento più importante, è venuto fuori con la sua classe. E c'è una squadra di "visionari" che ha tenuto il nome dato dall'ex Manuel Pascali. Viva lo sport, viva il calcio fatto di sudore. Viva una società che non spande, ma spende il giusto. Vai con Diaw, Città.