Padova calcio di Redazione , 04/06/2019 18:34

Vighini: "Vi racconto chi è Sean Sogliano"

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Il responsabile della redazione sportiva di Telenuovo Verona Gianluca Vighini traccia un ritratto autentico e schietto del neo direttore sportivo del Padova Sean Sogliano. Ecco le sue parole.



A Verona lo abbiamo soprannominato Orso. E’ burbero Sean Sogliano, non ama la ribalta, odia i microfoni. Ma è terribilmente leale, mette la faccia in tutte le situazioni che “scottano” ed è un formidabile talent scout. E’ stato un difensore arcigno e di pochi mezzi tecnici e forse è per questo che ama i giocatori talentuosi e anche bizzarri. Frequenta gli stadi di tutto il mondo alla caccia di pepite preziose e quando la ciambella gli riesce con il buco scova gente come Iturbe. A Verona ha portato una sfilza di giocatori da “plusvalenza” da far paura: Gollini, Sala, Iturbe, Romulo, Ionita, Donsah ma la lista si potrebbe allungare fino a Fares, Valoti e Zaccagni che erano tutti nella Primavera che Sogliano aveva costruito con Pavanel e Calvetti. E’ uno che fa calcio e a cui non importa nulla delle categorie. Ha creato dal nulla il miracolo Varese portato dalla serie D alle soglie della A e anche lì la lista dei giocatori lanciati e scoperti è lunga come la rubrica del telefono. A Verona ha lavorato splendidamente con Mandorlini. Uno dei rapporti più strani che io abbia mai visto tra un ds e un allenatore. Diciamo che la dialettica non è mai mancata tra i due e che anche i momenti di tensione ci sono stati e sono stati tantissimi. Però i due si stimavano e se le sono sempre dette in faccia e mai dietro. Sean ha sempre lavorato per rafforzare Mandorlini, per dargli i giocatori che servivano al suo gioco e per stimolarlo quando il tecnico si intestardiva su certe scelte.

Mandorlini lo ha ripagato valorizzando come nessun altro quella pattuglia di cui sopra, facendo segnare valanghe di gol a Toni, facendo splendere la stella internazionale di Iturbe e prima quella di Jorginho. Con loro due alla guida abbiamo conosciuto il più bel Verona dai tempi dello scudetto. Sogliano, giusto per farvi capire il tipo, quando lo cercò il Milan di Berlusconi disse in diretta in una mia trasmissione: “Io non faccio il maggiordono a nessuno. Se vado al Milan voglio incidere, altrimenti faccio altre scelte”. Ecco è sulle altre scelte che avrei qualcosa da dire: dopo Verona, scaricato da Setti che gli preferì l’abilità politica di Richelieu Gardini, Sean ha cercato di ricreare quella magia che si era magicamente vissuta in riva all’Adige, ha fatto scelte d’istinto e ha sbagliato.

Prima ad andare a Carpi dove c’erano equilibri che lui non è riuscito a scalfire, poi al Genoa dove è stato costretto a fare il team manager (cosa che gli deve aver creato una pesantissima ulcera) e infine al Bari, dove aveva sì carta bianca ma in una società che stava affondando e con un presidente farlocco.

Ora ha scelto Padova e la serie C, ligio alla sua coerenza che “le categorie non contano”. Vuol dire che ha intravisto qualcosa che lo ha stimolato profondamente. Se riuscirà ad esprimersi compiutamente , in una società che gli permetta solo di fare calcio e non 'politica' ve lo posso assicurare, a Padova siete alla vigilia di un grande ciclo vincente.

GIANLUCA VIGHINI