Nei prossimi playoff e playout di serie C ci sarà il Var. Anche nei turni preliminari, per quanto riguarda gli spareggi promozione, non solo in semifinale e finale come è stato negli anni scorsi.

Lo ha annunciato la scorsa settimana il presidente della Lega Pro, Matteo Marani, sottolineando gli sforzi soprattutto economici sostenuti per garantire il “servizio tecnologico” in partite in cui i club si giocano la stagione in poche partite ed esigono giustamente che l'errore umano si riduca ai minimo per non veder vanificati gli sforzi di un intero campionato a causa dei famigerati episodi.

Decisione giusta, ineccepibile. Che senz'altro aumenterà la qualità dello spettacolo che gli spareggi promozione, un vero e proprio “mini campionato nel campionato” offrono ai tifosi della serie C. Se guardiamo alle vicende calcistiche strettamente biancoscudate, il rapporto del Padova col Video Referee Assistant si è però statisticamente rivelato negli ultimi due campionati un po' delizia e un po' croce, per via di situazioni in cui, quando c'era, ha portato a esiti negativi e, quando non c'era, sarebbe stato invece provvidenziale. Andiamo con ordine.

LA FINALE DI RITORNO COL CATANZARO. Partiamo dal campionato 2021-2022: il Padova disputa la doppia semifinale contro il Catanzaro. All'andata, al “Ceravolo” nessun episodio controverso. Al ritorno, all'Euganeo, l'entusiasmo del pubblico dello stadio di viale Nereo Rocco si placa all'improvviso subito dopo aver esultato al momentaneo pari di Curcio: l'arbitro Rutella infatti si avvicina alla postazione video per riguardare l'azione e verificarne la regolarità. Il problema non è la posizione dell'esterno, autore della rete, ma quella di Jelenic che si trova in posizione irregolare davanti a Branduani. Bisogna capire se copre o meno la visuale all'estremo difensore del Catanzaro. Dopo qualche (interminabile) minuto il pubblico padovano tira un sospiro di sollievo: gol convalidato e pareggio conquistato. Il sollievo si trasforma poi in tripudio quando, a tempo scaduto, Chiricò caccia dentro su punizione il 2-1 che qualifica il Biancoscudo per la finale.

LA DOPPIA FINALE COL PALERMO. Due i momenti chiave, uno all'andata all'Euganeo, uno al ritorno a Palermo. Nel primo dei due match, pur essendoci il Var, mancando la Goal Line Technology, non si è in grado di stabilire se la conclusione di Chiricò al 30' del primo tempo (coi rosanero già in vantaggio grazie alla rete di Floriano) tirata fuori dalla porta da Marconi con la punta del piede abbia o meno superato la linea. A occhio nudo la palla sembra dentro, ma manca la controprova e il Padova, alla fine, esce sconfitto perdendo poi anche al ritorno al “Barbera” sempre 1-0. La sfida di ritorno è purtroppo segnata al 55' dall'episodio che i tifosi biancoscudati mai dimenticheranno: la testata di Ronaldo a Perrotta che lì per lì passa inosservata all'arbitro, ma ovviamente non al Var: Perenzoni, dopo aver rivisto l'episodio, non ha dubbi ed estrae il rosso all'indirizzo del capitano del Padova che finisce la sua seconda avventura all'ombra del Santo con questa macchia indelebile.

IL SECONDO TURNO PRELIMINARE CON LA VIRTUS VERONA. Altro episodio indimenticabile, stavolta dal sapore di ingiustizia, capita al Padova nella gara secca disputata all'Euganeo contro la Virtus Verona nel secondo turno preliminare dei playoff della passata stagione (2022-2023): a Donnarumma e compagni, reduci dal successo sulla Pergolettese nella primissima sfida degli spareggi promozione, basta il pareggio per accedere al primo turno nazionale, visto il miglior piazzamento in classifica rispetto all'undici di Gigi Fresco e al 70' la partita sembra mettersi in discesa quando Lonardi, appena dentro l'area di rigore, atterra Liguori. Il direttore di gara però, Carrione di Castellammare di Stabia, a pochissimi metri e con la visuale perfetta, giudica l'intervento irregolare fuori dall'area e assegna al Padova che protesta con tutto il fiato che ha la punizione dal limite. Trattandosi di turni preliminari il Var non è ancora disponibile: non c'è quindi modo di andare a rivedere il contatto, decide l'arbitro e la ghiotta occasione sfuma. Della serie “oltre al danno la beffa”, all'81' segna Gomez per i rossoblù ed è la Virtus ad accedere alla gara successiva in cui verrà eliminata dal Pescara. Il cammino degli uomini di Torrente si interrompe dunque così, sul più bello, con una buona dose di rammarico e recriminazione.

LA FINALE DI COPPA ITALIA 2024. Arriviamo, nella nostra ricostruzione dei fatti, al doppio confronto col Catania della finale di Coppa Italia, col Var incluso: nella partita di andata l'arbitro lo consulta solo nel finale (col Padova avanti 2-1) per cambiare il colore del cartellino a Welbeck che entra con la gamba alta su Bortolussi e viene ammonito, sanzione trasformata in rosso diretto poco dopo. Al ritorno, al Massimino, gli episodi sono diversi e tutti con una buona coda polemica: l'arbitro Nicolini di Brescia infatti concede al Catania un rigore per presunto fallo di mano di Perrotta in area senza nemmeno effettuare il video check (magari avrebbe pure confermato la propria decisione, ma perché non rivedere il contatto sospetto?) e, poco dopo, annulla un gol regolare a Liguori fermando l'azione per un fallo di Valente in attacco avvenuto almeno 10 secondi prima. Nella ripresa il direttore di gara invece si affida al Var per rivedere il fallo da dietro al 77' di Delli Carri su Cianci che giudica da giallo. Giustamente, dopo averlo rivisto e aver notato il piede a martello, Nicolini espelle il difensore del Padova che, a fine gara, opportunamente, si scuserà per l'intervento.

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